CULTURA

L’isola di Sumba è indubbiamente una delle mete più interessanti di tutto l’arcipelago per quello che riguarda la cultura tribale

La religione tradizionale, che si fonda sul culto dei Marapu, ovvero gli spiriti e gli antenati, è ancora molto forte nella regione,influenzando le cerimonie, le feste e l’architettura degli insediamenti rurali.
Quello che ha trasformato Sumba in uno dei luoghi più interessanti al mondo dal punto di vista culturale è la tradizione animista, che molti studiosi fanno risalire all’età del Neolitico.

Sumba custodisce e conserva le sue tradizioni anche quelle feudali e guerriere, che culminano nel periodo tra febbraio e marzo nel torneo della Pasola, una battaglia a cavallo tra dan , un autentico rito propiziatorio per ingraziarsi il mondo degli antenati e per ottenere un buon raccolto. Si narra che, per l’occasione, gli dei scendano sulla terra per unirsi ai festeggiamenti, la cerimonia ha inizio sette giorni dopo la luna piena, ed è il “rato” (sacerdote) che indica le date e i luoghi del torneo.

Ancora oggi si fanno tombe megalitiche per i benestanti, che si costruiscono in vita. Il futuro defunto organizza il trasporto della pietra dalla cava fino al villaggio (kampung). Un giorno alla settimana si riuniscono dozzine di persone dai vicini kampung, e tutti assieme trascianno la pietra su rulli. I volontari vengono retribuiti con un grande pranzo collettivo (arrosto di animali speziati, come maiali, bufali e cavalli).
L’isola è stata convertita al cristianesimo dagli olandesi, che ufficialmente dal 1913 al 1945, hanno amministrato l’isola fino all’indipendenza dell’Indonesia, tuttavia il tradizionale culto animista caratterizza ogni aspetto della vita quotidiana di ogni sumbanese, anche se ufficialmente solo il 20 % della popolazione osserva il culto del marapu e il culto degli antenati. I sumbanesi chiamano la loro isola casa di dio “Tana Humba” generata dai loro antenati arrivati dal cielo.

La leggenda Narra che un tempo il cielo e la terra fossero    collegati da una scala 
Con il termine Marapu si indicano sia gli spiriti divini che gli spiriti degli antenati. Secondo la tradizione trasmessa oralmente, i primi abitanti dell’isola furono generati da otto coppie che si formano dall’unione dei figli della luna e i figli del sole.

Gli spiriti degli antenati vengono consultati in occasione di eventi speciali come i matrimonio, le nascite, la costruzione di una casa, con l’aiuto del “rato”, durante gli oracoli, viene chiesto la lettura del futuro attraverso le interiora degli animali a seguito dell’elargizione delle offerte. Il marapu simbolizza il mondo invisibile: è un elemento tipico della cultura megalitica ed è inseparabile nella vita di ogni sumbanese, dove la casa non è vista solo come la dimora ma anche come il simbolo dell’universo, che collega il mondo divino a quello dell’uomo.

Prima della colonizzazione europea, l’isola di Sumba era abitata da tanti piccoli gruppi etnici, alcuni dei quali avevano relazioni tributarie con l’impero Majapahit. Nel 1522 arrivarono le prime navi provanienti dall’Europa e dal 1866 Sumba divenne parte delle Indie Orientali Olandesi, anche se l’isola non subì l’amministrazione olandese fino al XX secolo.

Gli abitanti dell’isola di Sumba (i sumbanesi) parlano una varietà delle lingue austronesiane. il 25÷30% della popolazione pratica la religione animista Marapu, mentre il resto degli abitanti sono cristiani: per la maggior parte calvinisti e una sostanziale minoranza cattolici. Si può trovare anche un esiguo numero di sunniti lungo le aree costiere.